mercoledì 22 luglio 2009

Conversazioni con Daniel Adami, il Cercavite. # 10/1. Tributo a Micheal Jackson. "All'apice di ogni esagerazione".

Conversazione del 26.06.2009.
Vicolo Borgo Tascherio. Ore 22.30.
Il puntatone su Micheal Jackson.
INTRO E ASSOLO.

G – Bentrovati. Michael Jackson è morto.
D – Stanotte. Sentivo che nell’aria c’era qualcosa. Dopo la tragica notizia ci siamo subito ritrovati.
G – Ma non siamo felici.
D – Assolutamente, anzi, credo che un po’ per la gente che ha la nostra età…
G – Sì, ma non ridere.
D – Non sto ridendo, assolutamente. Per la gente che ha la nostra età credo che lui è un esempio.
G – Il più grande di tutti.
D – Oddio, in quello che ha fatto forse sì. Veramente tranne qualcosa del suo percorso che non condivido appieno, però musicalmente, insomma, cioè, ha consumato parte di quella…
G – Daniel, sai quanto voglio bene a Michel Jackson. Vedi di non gettare fango…
D – No, va be’, intendevo, cioè, nel senso che qualche scelta de vita che ha fatto lui, non parlando della musica. G – Ha fatto quello che avremmo fatto tutti.
D – Mah, non lo so, io… dicevo anche a mia mamma oggi che anche se non condividevo certe cose sue, comunque credo di capire perché abbia fatto certe scelte. Lui ha avuto una vita abbastanza interrotta, cioè lui, da quando ha cinque anni, che ha cominciato a pensare qualcosa, è diventato subito una delle persone più amate al mondo e ha vissuto da quel momento in poi, fino alla sua morte, come una star. Non è assolutamente facile vivere 45 anni di star, e ai livelli in cui lui li ha vissuti. Cioè, proprio all’apice di ogni esagerazione.
G – Perché detesti Micheal Jackson?
D – Allora, io non ho detto assolutamente che detesto Micheal Jackson. Nel bene e nel male, nelle difficoltà, cioè, una persona che ha fatto così tanto, in tutto quello che ha fatto ha influenzato così tantissimo il modo di vivere di tante persone, compreso il mio in un certo modo, cioè lui era la icona de l’apice, quello che avrebbe voluto essere chiunque, non so, cioè il massimo della sua epoca. È come oggi per me potrebbe essere un po’ Valentino Rossi. Mi sembra, cioè, il massimo. Come vorresti vivere la tua vita? In quel modo: essendo il più figo in quello che faccio. E da questo punto di vista non ce piove.
G – Dovresti dire qualcosa di eccezionale alla gente.
D – Di eccezionale?
G – Sì.
D – Che se qualcuno capisce qualcosa nella sua vita, deve vivere pensando che è proprio straordinaria la vita.
G – Eccezionale. Mi dicevi, tempo fa, che volevi usare il blog per raccontare delle storie, non ricordo, che avevi una buona idea per una storia
D – Ah, sì, ma non ce l’ho completa la storia, ho solo pensato una cosa interessante per fare una storia. Avevo pensato a un personaggio femminile che praticamente aveva una personalità abbastanza fuori dagli eschemi. Una persona con un modo di fare molto strano. Questa donna era molto affascinante per quello, perché era molto strana, e aveva una particolarità che la rendeva ancora più misteriosa: che di giorno vestiva sempre di bianco, di sera vestiva sempre di nero.
G – E?
D – E poi… insomma la storia… devo incominciare a buttarla giù…
(risate)
G – Ci sono delle ottime premesse. Manca la storia.
D – Eeh, certo che manca la storia. Sto guardando dei film a stecca per farme un’idea de come continuarla. Perché, cioè, non è che posso fare la solita cazzata de buttare un’idea più o meno buona facendo una roba come Pulp Fiction, perché non potrebbe mai funzionare, dovrei trovare qualcosa di più… cioè un po’ meno schizzato, dovrebbe essere qualcosa di più liscio.
G – Ho capito.
D – Non la posso fare neanche come Top Gun, per dire, cioè, troppo romantica, no?

Il nostro amatissimo attende con ansia vostri suggerimenti, purché siano poco schizzati, abbastanza lisci, per continuare la sua estoria. Vediamo di non buttare quest'idea, più o meno buona, facendo una cazzata alla Pulp Fiction. Siamo tutti coinvolti.

domenica 5 luglio 2009

Conversazioni con Daniel Adami, il Cercavite. #10/3. Tributo a Micheal Jackson, "l'icona dell'apice".

Conversazione del 26.06.2009
Vicolo Borgo Tascherio. Ore 23.30.

Il puntatone su Micheal Jackson.
EPILOGO.

D – Ieri è morta anche Farrah Fawcett, quella delle Charlie's angels.
G – (risate) Dai, dovevamo parlare di Micheal Jackson e hai parlato di Jimmy Page, Neil Young, Valentino Rossi, e adesso…
D – Guarda che ha detto una cosa che secondo me il Gian fa un pezzo degli UACS.
G – Cosa?
D – Alla fine, che lei stava estudiando il suo cancro, ha detto: “Non riesco a capire, in un paese come questo, che se faccia ricerca sulle cose più stupide del mondo e non se faccia una ricerca sul tipo de cancro che ho io”. Cioè, vacca boia, secondo me il Gian potrebbe fare una canzone tipo come quelle di Pasolini, ma sul sistema che non fa la ricerca... sarebbe 'na cosa cioè...
G – (risate)
D – Secondo me se fa un testo del genere la Gelmini, l'anno prossimo, lo mette come tema per fare la maturità... ha messo “facebook” quest'anno, persino gli asini sanno cos'è, vacca boia, cioè... lui potrebbe fare un pezzo che potrebbe diventare proprio una icona, perché è talmente viscerale no? “Cazzo, perché no se fa la ricerca su el cancro?”, proprio così, con le mani così (fa il gesto della sofferenza).
G – (risate)
D – Cioè la fa talmente teatrale che diventa l'inno dei butei: “O vecchio, dai”... E tutti che cantano, tutti quelli che vanno a protestare per l'aumento dello stipendio de duecento euro, tutti che cantano come il gian, e che bastonano come le bestie per la ricerca sul cancro... diventa proprio un inno. E poi lo mettono come tema, alla maturità dell'anno prossimo: “Quanto ha influenzato il popolo questo butel con la ricerca su el cancro”. Vacca boia, sarebbe una cosa fantastica. Cioè la tipa de Radio Sherwood ha detto al Gian: “La teatralità, il teatro, cioè sei proprio un attore, il cantante-attore”... Vacca boia, cioè ho detto, dio povero, chi è, Gassman, dio can?