mercoledì 5 dicembre 2012

Conversazioni con Daniel Adami, il Cercavite. # 11/1 o puntata zero. "Una persona molto nuda"

La foto è un assaggio della prossima puntata intercontinentale:
"Soggetto per un film: le mirabolanti avventure a guadagno zero di un change peruviano suonatore di flauto"
Una volta queste puntate venivano cestinate. 
Tre anni dopo. Conversazione del 06/11/2012.
Via Almici. Rezzato (BS). Ore 23.03.
"Non è un addio". La puntata dell'addio, arrugginiti, un po' patetici e in bamba.
PARTE PRIMA (forse)

G - Ottobre.
D - Mese della mia nascita, mese in cui in Argentina è appena sfociata la primavera, momento di cambiamenti, diversi fatti storici…
G - Sara.
D - Sara. Con l'accento o senza l'accento?
G - Questo decidilo tu.
D - Va be'. Sara… nome ebreo, mi ricorda un paio di persone che mi piacciono e un nome non indifferente che ha un significato particolare
G - Muro.
D - Muro… me piace di più escavalcarli che vederli di fronte, però a volte servono a delimitare certe cose.
G - Mora.
D - Allora, Mora: un gioco fantastico, un frutto che adoro. Mi ricorda tante cose belle.
G - Ci sei? Sei pronto?
D - Eh, sto aspettando la prossima.
G - Pro.. Provo.
D - Provo?
G - Provo.
D - Provo. Ci provo. Perché no?
G - Provoca.
D - Provoca? Beh, è una roba che a te riesce abbastanza bene. Riesce abbastanza bene anche a me, anche se in modalità diverse e è una cosa che dosata bene fa solo che bene.
G - Provocato.
D - Situazione difficile da gestire e… ci sta, serve, ti fa mettere in gioco, però… gestione delicata.
G - Provocato…re. (risate)
D - (risate) Allora, se la vedian dal punto di vista delle sillabe, può voler dire tante cose. Se la vedian dal punto de vista della sintassi completa della parola, è un argomento piacevole. Piacevole nel senso che c'è stato un argomento che ci ha dato tanta stoffa da tagliare.
[…]
G - Cambiando argomento.
D - Eh.
G - Cambiando argomento, c'è un meccanismo, che ci protegge, che è quello del "detto non detto" .
D - …
G - Siamo d'accordo su questo?
D - Guarda, cito un'altra persona…
G - Ecco, ecco, è lì che volevo arrivare.
D - Cito un'altra persona ma questa qua non l'hai mai sentita.
G - Nooo.
D - Dico una cosa diversa, allora, anzi (con enfasi), siccome ho capito dove vuoi arrivare, ne dico due.
G - Addirittura.
D - Allora, la prima è: cito un cantante argentino che a me piace tantissimo che lui ha detto una cosa fantastica, una cosa molto bella. Ha detto che l'ironia - e non a caso l'ha detto lui, poi ti spiego perché… allora lui ha detto che l'ironia è il modo più bello per dire le cose che in forma di affermazione non diresti mai. Con l'ironia lo fai, ed è la cosa più bella del mondo. E io trovo che sia verissimo e non a caso questo cantante qua se chiama Kevin Johansen. Lui è nato in Alaska, da mamma argentina e padre dell'Arizona e lui ha vissuto in America, in Alaska, in Argentina, in Uruguay, in diversi paesi, ed è un giramondo della musica che a me piace tantissimo, e lui ha detto una cosa molto vera. E questa cosa lui l'ha detta perché io lo capisco.
[…]
G - Ti faccio una domanda alla Marzullo.
D - Ci sta, ci sta.
G - La domanda alla Marzullo è questa: cosa lasci e cosa porti via dall'Italia? Alla Marzullo, ti avevo avvisato, la miglior peggior domanda.
D - Ok, ok, fammi capire se… devo esser conciso o posso esprimermi a oltranza?
G - Nooo, puoi andare come un treno.
D - Allora (pausa). Nonostante sia una domanda un po' alla Marzullo comunque credo che sia una cosa interessante su cui parlare.
G - Sono d'accordo.
D - Io la vedo un po' così. Sicuramente questo discorso qua deve essere strutturato in almeno due o tre parti perché bisogna essere anche dettagliati nelle cose proprio perché ogni cosa ha un suo peso specifico. Allora, sicuramente quello che lascio qui sono comunque delle cose molto belle, e la cosa più importante, almeno per quanto io credo...
G - No, ma io intendevo cosa lasci in eredità, non cosa ti mancherà…
D - No, no, difatti, è quello che volevo andare a dire e sicuramente io sono…
G - Scusa, ma era per…
D - No, no, no, ma hai fatto bene a puntualizzare, però, comunque, fidati che io volevo arrivare proprio a dir questo. Sinceramente io credo di esser abbastanza convinto, per non dire convinto fino in fondo, che sicuramente la cosa più importante per me è che le persone che hanno avuto la possibilità di conoscermi un po' meglio… credo di aver fatto da una parte il compitino, e il compitino è quello di essere una persona molto… molto verace con la sincera voglia di continuare a… spogliarsi i vestiti e rendersi una persona molto nuda, cioè molto onesta, molto diretta, senza filtri, praticamente. E secondo me la cosa bella è quella di crescere e togliersi tutte queste cose, e far vedere come uno è veramente, cioè come uno pensa le cose, e trovare un riscontro, a mio avviso, cioè, molto… molto bello perché la maggior parte delle persone questa cosa l'hanno capita, l'hanno manifestata nei miei confronti in maniera forte. E la cosa che mi piace è che ho conosciuto persone sparse un po' per l'Europa e in Italia, e tutte queste persone, bene o male, penso che abbiano un ricordo bello di me. Non mi sono creato nemici, tranne quelli che hanno voluto fortemente esserlo su di me, però non mi ricordo adesso nessuno in particolare. E invece di amici ne ricordo tanti e vado via tranquillo perché so che quello che è rimasto in quelle persone sarà restituito in futuro, in qualunque modo, con un'intensità uguale a quella che c'è adesso.
[…]
G - Voglio dire, veramente, in questi anni tu sei entrato in tutto, in ogni cosa hai avuto un ruolo davvero importante.
D - Beh, l'intenzione, la voglia, sicuramente era quella. Poi l'intensità è una cosa che si è venuta a creare con tutto l'insieme, cioè è una cosa che abbiamo fatto tutti, non è un mio merito, perché se voi non capivate l'intensità con cui io plasmavo non si sarebbe mai venuta a creare questa cosa. Quindi è una cosa che è stata una costruzione da parte di tutti. Cioè io sono fondamentalmente uno a cui piacciono i giochi di squadra, cioè io non ho la voglia di un riscatto personale, a me piace che sia una cosa che facciamo tutti, e che tutti quanti la viviamo con la stessa intensità. Per me la cosa bella è quella, cioè quando io dicevo quello di prima lo dicevo nel senso che io ho sempre tentato di plasmare con la mia forte intensità su tutti gli altri e far che tutti gli altri non… non che seguissero me, però che avessero la propria loro intensità, che era molto simile alla mia. E quella è la cosa più bella di tutte. Per me la vittoria è quella, cioè arrivare al fondo della corsa è vincere tutti. Vinciamo tutti, perché la sfida l'abbiamo fatta tutti e tutti quanti ci siamo ritagliati il nostro pezzo.